La criminalità in Italia tra realtà e percezione

Stando ai dati elaborati dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale, nel periodo 2007-2022 il totale generale dei delitti in Italia evidenzia dal 2014 al 2020 una costante flessione, per risalire nel 2021 e nel 2022. In particolare, nel 2022, i delitti commessi registrati sono 2.183.045, +3,8% rispetto al 2021, soprattutto furti (+17,3%), estorsioni (+14,4%), rapine (+14,2%), e violenze sessuali (+10,9%). In diminuzione, invece, sfruttamento della prostituzione e pornografia minorile (-24,7%), usura (-15,8%), contrabbando (-10,4%), e incendi (-3%). Emerge dall’indagine ‘La criminalità: tra realtà e percezione’, nata nel quadro del Protocollo d’intesa sottoscritto dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione Centrale della Polizia Criminale e l’Eurispes.

L’andamento dei delitti negli anni della pandemia

Considerando il quadriennio 2019-2022, nell’ultimo anno si evidenzia un significativo decremento degli atti persecutori e i maltrattamenti contro familiari e conviventi, mentre le violenze sessuali, a fronte di un decremento nel 2020, mostrano un andamento in costante incremento. Inoltre, nel 2022 sono stati registrati 314 omicidi, con 124 vittime donne (+4% vs 2021), di cui 102 uccise in àmbito familiare/affettivo. Di queste, 60 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Il totale degli omicidi commessi, però, registra in generale un calo nel corso degli anni: nel 2007 erano il doppio (632).

I cittadini e la sicurezza

Se la casa è il luogo in cui una fetta più ampia del campione si sente al sicuro (81%), l’83,3% afferma di sentirsi sicuro anche a uscire da solo di giorno nella zona di residenza. Le cose cambiano se si tratta di uscire nelle ore serali: il tasso di risposta positiva scende al 67,6%.  Negli ultimi tre anni però la paura di subire reati è aumentata (24,8%), e fra i crimini che più preoccupano gli italiani spiccano furto in abitazione (26,6%), aggressione fisica (17,7%) e la paura di subire uno scippo/borseggio (11,1%). Il disagio sociale viene indicato come prima motivazione alla base della diffusione dei fenomeni criminali (16,6%), e il 9% denuncia un’insufficiente presenza delle Istituzioni dello Stato.

I reati informatici

Tra i reati percepiti come più pericolosi rispetto al passato c’è il furto di dati personali su Internet (56,2%). Nell’ultimo anno il 14,7% degli italiani ha infatti dichiarato di essere stato vittima di truffe su Internet, e oltre un quinto riferisce di essere stato vittima di truffe negli acquisti online (21,6%).
Il secondo reato informatico più diffuso sono le richieste di denaro con inganno (18,7%), il terzo la sottrazione di dati di autenticazione (17,8%), poi l’inganno da falsa identità (14,4%), e il furto di identità social (13,7%). Un intervistato su 10 ha poi subìto cyber stalking, il 9,1% la violazione dell’account di posta elettronica, e il 6% un’altra forma di ‘violenza digitale’, il revenge porn.
Il 19,6%, inoltre, riferisce di aver avvertito una violazione per aver visto pubblicare online senza consenso foto in cui era presente.

5 idee particolari per festeggiare il compleanno di un adolescente

Hai un figlio adolescente che sta per compiere gli anni e non sai come festeggiare il suo compleanno in modo speciale?

Il compleanno di un adolescente è certamente un giorno importante, un’occasione per mostrare il nostro affetto e per far sentire speciale chi si appresta a diventare più grande.

Ma come fare per organizzare una festa che sia adatta ai gusti dei ragazzi di oggi?

Non preoccuparti, di seguito abbiamo raccolto per te cinque idee particolari che renderanno ogni compleanno un giorno indimenticabile!

Idea 1: Trampoline Park

Un Trampoline Park è un tipo di location per feste di compleanno perfetta per festeggiare un adolescente.

Qui i ragazzi possono saltare sui tappeti elastici in tutta sicurezza, sfidandosi a vicenda e divertendosi insieme.

L’idea è semplice ma efficace: il compleanno di tuo figlio diventa un’esperienza indimenticabile, tra salto acrobatici e giochi di squadra.

Cosa offrono i Trampoline Park

  • Tappeti elastici di diverse forme e dimensioni
  • Attività come il dodgeball, il basket e il salto libero
  • Area lounge per rilassarsi e gustare un snack
  • Servizi di animazione e intrattenimento

Idea 2: Escape Room

Un’altra idea particolare per festeggiare il compleanno di un adolescente è l’Escape Room.

Si tratta di una stanza allestita con enigmi e indizi da risolvere, in cui il gruppo di ragazzi deve collaborare per trovare la soluzione e uscire entro un tempo prestabilito.

Questa attività stimola la creatività e la collaborazione, oltre ad essere molto divertente.

Cosa offrono le Escape Room

  • Stanze arredate a tema con enigmi e indizi da risolvere
  • Ambientazioni suggestive e coinvolgenti
  • Un’esperienza di gioco sfidante ed emozionante
  • Possibilità di personalizzare l’esperienza in base ai gusti del gruppo

Idea 3: Paintball

Se tuo figlio ama gli sport di squadra, il Paintball può essere l’attività perfetta per il suo compleanno.

Si tratta di un gioco di strategia e abilità, in cui due squadre si sfidano per conquistare la base dell’avversario.

Il Paintball è un’esperienza adrenalinica e divertente, che mette alla prova la capacità di collaborazione e di decisione dei ragazzi.

Cosa offre il Paintball

  • Attrezzature e abbigliamento protettivi
  • Campi di gioco con diverse ambientazioni
  • Possibilità di personalizzare le regole del gioco
  • Servizi di istruttori e animatori

Idea 4: Passeggiata in montagna

Se il festeggiato ama la natura e lo sport all’aria aperta, una passeggiata in montagna può essere l’idea giusta per il suo compleanno.

Si tratta di un tipo di attività rilassante e rigenerante, che consente di godere dei paesaggi e dell’aria fresca della montagna.

Inoltre, questa attività permette di trascorrere del tempo di qualità con gli amici, lontani dallo stress e dalla routine quotidiana.

Cosa offre una passeggiata in montagna

  • Paesaggi mozzafiato e aria fresca
  • Attività fisica all’aria aperta
  • Possibilità di organizzare un pic-nic o un barbecue
  • Un’esperienza di gruppo che rinforza la socialità e l’amicizia

Idea 5: Gioco di ruolo

Se il tuo teenager è appassionato di videogiochi di ruolo, un’idea originale per il suo compleanno può essere quella di organizzare una sessione di gioco dal vivo.

Si tratta di un’attività che consente di vivere in prima persona le avventure e le sfide dei personaggi dei giochi di ruolo, creando una vera e propria storia insieme agli amici.

Questa attività stimola la creatività e la fantasia, oltre ad essere molto divertente.

Cosa offre un gioco di ruolo dal vivo

  • Un’esperienza di gioco coinvolgente e divertente
  • Possibilità di creare una storia personalizzata e unica
  • Stimolazione della creatività e della fantasia
  • Un’attività adatta ad adolescenti appassionati di videogiochi di ruolo

Conclusioni

Qui abbiamo visto cinque idee particolari per festeggiare il compleanno di un adolescente, ognuna delle quali offre un’esperienza unica e divertente. Dalle attività all’aria aperta a quelle indoor, ogni idea può essere personalizzata in base ai gusti del festeggiato.

L’importante è fare in modo che il suo compleanno sia un’esperienza indimenticabile che lo renda felice.

Big tech: dal 25 agosto scatta la sorveglianza dell’Unione Europea

Diciannove Big Tech sono finite nel mirino dell’Unione Europea. Si tratta delle 17 piattaforme web e i 2 motori di ricerca che raggiungono almeno 45 milioni di utenti attivi mensili nel territorio della Ue. In particolare, Alibaba AliExpress, Amazon Store, Apple AppStore, Booking.com, Facebook, Google Play, Google Maps, Google Shopping, Instagram, LinkedIn, Pinterest, Snapchat, TikTok, Twitter, Wikipedia, YouTube, Zalando, oltre a Bing e Google Search. Di fatto, dal 25 agosto prossimo le 19 Big Tech saranno messe sotto sorveglianza dall’Unione Europea nell’ambito del Digital Services Act (DSA).
“L’intera logica delle nostre regole è garantire che la tecnologia serva le persone e le società in cui viviamo, non il contrario”, ha commentato Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva della Commissione Ue con delega al digitale.

“Oggi è il D(SA)-Day per la regolamentazione digitale”

“Il Digital Services Act porterà una significativa trasparenza e responsabilità delle piattaforme e dei motori di ricerca e darà ai consumatori un maggiore controllo sulla loro vita online – ha aggiunto Margrethe Vestager -. Le designazioni fatte oggi sono un enorme passo avanti per far sì che ciò accada”. Thierry Breton, commissario europeo per il Mercato interno, ha sottolineato: “Oggi è il D(SA)-Day per la regolamentazione digitale. Inizia il conto alla rovescia affinché 19 grandissime piattaforme online e motori di ricerca rispettino pienamente gli obblighi speciali che il Digital Services Act impone loro”.

Gli obblighi mirano a responsabilizzare e proteggere gli utenti online

A seguito della loro designazione, le 19 società dovranno ora ottemperare, entro quattro mesi, a tutti i nuovi obblighi previsti dal Digital Services Act. Obblighi che mirano a responsabilizzare e proteggere gli utenti online, compresi i minori. Tra gli obblighi previsti, riferisce Italpress, rientra anche il divieto di visualizzare annunci pubblicitari basati su dati sensibili dell’utente, come l’origine etnica, le opinioni politiche o l’orientamento sessuale. Le piattaforme dovranno inoltre informare gli utenti su chi sta promuovendo gli annunci pubblicitari, e dovranno garantire un elevato livello di privacy, sicurezza e incolumità dei minori. Tanto che non sarà più consentita la pubblicità mirata basata sulla profilazione dei bambini.

Adottare misure per affrontare i rischi legati alla diffusione di contenuti illegali

Inoltre, le piattaforme e i motori di ricerca ‘incriminate’ dovranno adottare misure per affrontare i rischi legati alla diffusione di contenuti illegali online e gli effetti negativi sulla libertà di espressione e di informazione. E dovranno mettere in atto misure di mitigazione, ad esempio, per affrontare la diffusione della disinformazione.

Welfare: i consigli per diventare “longellians”

Quando ci si affaccia a un’età matura è importante riprogettare le aree della propria esistenza lavorativa, da come e con quanto andare in pensione a come proseguire a lavorare. Sono diversi i fattori che oggi portano a un ripensamento generale della vita in termini di longevità. Da un lato la riduzione degli assegni pensionistici, dall’80% dell’ultima retribuzione secondo il sistema retributivo al 65% con il passaggio a quello contributivo. Dall’altro, l’allungamento della vita media: gli over 65 oggi sono il 23,5% della popolazione. Intoo, società di Gi Group, declina alcuni consigli per una pianificazione della propria longevity professionale a seconda dell’età, della propria storia lavorativa e dei propri bisogni e desideri, e diventare così ‘longennials’.

Monitorare la propria situazione previdenziale

Per i 50enni è spesso l’età del momento di svolta tra rimanere in azienda o uscirne cogliendo tutte le formule professionali disponibili, da libero professionista a consulente a partita Iva, in quota in una società o avviando una propria micro impresa, per mettere a frutto l’esperienza maturata. Importante monitorare sempre la propria situazione previdenziale, per avere come primo obiettivo la continuità contributiva, nonostante l’eventuale discontinuità lavorativa. Per i 60enni questa è l’età in cui valorizzare al meglio l’excursus professionale maturato, comprendendo su quali ambiti diventare un riferimento come coach o mentor, o rilanciandosi in realtà del terzo settore. Utile, poi, prendere in considerazione versamenti volontari se mancano pochi mesi al raggiungimento dei requisiti previsti per le pensioni anticipate, ovvero, 41 anni e 10 mesi se donna, 42 anni e 10 mesi se uomo (fino a il 2026).

Come superare la discontinuità lavorativa?

Se serve occorre, quindi, valutare le modalità percorribili per il superamento di una possibile discontinuità lavorativa. Come ad esempio, la scelta opportuna delle casse previdenziali se lavoratore autonomo/lavoratore con partita Iva e la valutazione della convenienza se proseguire come dipendente in presenza di offerta di retribuzioni ridotte rispetto al pregresso. La continuità contributiva permette di vagliare meglio le alternative pensionistiche esistenti. Ad esempio, nel caso in cui a una lavoratrice manchino contributi per accedere a Opzione Donna (35 anni di anzianità contributiva), utile anche la valutazione del riscatto di laurea, sia in regime ordinario sia in regime agevolato.

Proseguire un’attività professionale, anche da pensionati

Inoltre, per tutti coloro che anche se pensionati o che hanno già raggiunto il traguardo pensionistico, vogliono proseguire un’attività professionale si aprono prospettive di miglioramenti successivi in termini di valore della propria pensione, in quanto i redditi derivanti da pensione sono compatibili e cumulabili con reddito da lavoro, sia dipendente sia autonomo. Solo alcune pensioni anticipate (ad esempio, Quota 100/102/103) non prevedono questa possibilità fino a quando non si è raggiunta l’età per la pensione di vecchiaia.

Il primo bacio non si scorda mai? Vero, ma 1 italiano su 4 bacerebbe un’altra persona

È un momento saldamente fissato nella mente di oltre 9 italiani su 10, che conferma il detto ‘il primo bacio non si scorda mai’. Il 95% degli italiani infatti ricorda l’iniziale approccio all’altro e all’intimità, che vede protagonisti soprattutto i ragazzi in età preadolescenziale, di 12 e 15 anni (49%), o quelli tra i 15 e i 18 (39%). Forse proprio perché scambiato in giovane età, il primo bacio riaffiora nella mente degli italiani come ‘impacciato e imbarazzante’ (43%), ma anche ‘dolce e romantico’ (37%), non sempre ‘travolgente’ (14%), e fortunatamente, quasi mai ‘disastroso’ (6%). Ma se fosse possibile tornare indietro nel tempo 1 su 4 bacerebbe qualcun altro/a. È quanto emerge dall’indagine di MioDottore, piattaforma del gruppo DocPlanner per la prenotazione online di visite mediche.

Cosa si ricorda di quel dolce momento? 

Cosa si rievoca più facilmente di quel momento? Non il giorno in cui è avvenuto (3%) né cosa si indossava (3%), bensì la location, un particolare impresso nella memoria di oltre 1 italiano su 2 (58%). Tanto da superare addirittura il ricordo del volto della persona baciata (53%) e delle emozioni connesse a quell’istante (50%). Spesso il primo bacio suggella una relazione più o meno seria, ma gli anni passano e i sentimenti mutano quasi per tutti. Così 7 italiani su 10 (71%) ammettono di aver perso di vista la persona con cui hanno condiviso quel momento. E se fosse possibile tornare indietro, il 26% cambierebbe la persona con cui ha condiviso quel dolce momento.

Il primo non sempre è il migliore

Alcuni poi avrebbero voluto vivere quell’instante con emozioni diverse da quelle provate (17%) o farlo accadere in un momento (15%) o un luogo (13%) differente. Altri ancora modificherebbero il bacio stesso (19%), che non ricordano come il migliore della loro vita. Infatti, in un’ipotetica classifica dei baci più indimenticabili il primo bacio occupa solo il terzo gradino del podio (18%), preceduto da quelli che i figli donano ai genitori (21%) e dal bacio che gli italiani quotidianamente ricevono dall’attuale partner (31%). Si potrebbe poi pensare che ad avere i ricordi più nitidi del primo bacio siano i giovani, ma non sempre è così.

Baby Boomers più romantici dei Millennials?

Sembra infatti che il tempo trascorso dal primo bacio a oggi non incida sulla probabilità di ricordarlo meglio. Anzi, un numero maggiore di Millennials ha dimenticato quel dolce avvenimento rispetto ai Baby Boomers: l’11% degli italiani tra 26-41 anni sostiene di non ricordare nulla del loro primo bacio, contro il 4% degli over58. Inoltre, pare che i Boomers abbiano i ricordi più vividi anche dei piccoli dettagli: non solo il luogo in cui hanno dato il primo bacio o le sensazioni a esso associato, ma perfino l’outfit (7%). Percentuale che scende al 2% nel caso di chi ha tra 26 e 41 anni.

Apple, addio alla porta Lightning

Secondo le voci di corridoio provenienti dalle catene produttive Apple, i prossimi iPhone abbandoneranno il connettore Lightning per la ricarica in favore della USB-C. Dopo dieci anni di utilizzo della tecnologia proprietaria, Apple si adeguerà allo standard di ricarica dell’Unione Europea che renderà obbligatoria l’adozione della USB-C per tutti i dispositivi mobile dal 2024 e per i computer dal 2026. 

Una vera rivoluzione 

La quindicesima generazione di iPhone, prevista per settembre 2023, presenterà l’USB-C sull’intera linea, introducendo vantaggi non solo nella facilità di ricarica ma anche nella velocità e nell’efficienza dei consumi. Insieme al lancio degli iPhone 15, anche tutti gli accessori Mac come Magic Mouse, Magic Trackpad e Magic Keyboard verranno aggiornati con il nuovo connettore USB-C. Inoltre, le AirPods Pro di seconda generazione otterranno un upgrade con il nuovo connettore, sostituendo il modello attualmente in vendita, ma rimanendo dotate di custodia con ricarica wireless.

Quali device continueranno ad utilizzare la “solita” porta fino al 2024?

Tuttavia, le AirPods di terza generazione e le AirPods Max continueranno ad utilizzare il connettore Lightning fino al 2024, quando Apple sarà obbligata a cambiare connettore per continuare a venderle in Europa. Con questo aggiornamento, Apple si prepara ad adeguarsi allo standard di ricarica universale e ad offrire ai propri clienti un’esperienza di ricarica più veloce ed efficiente.

Cosa prevede la direttiva europea

Lo scorso ottobre, il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva lo standard di ricarica USB-C uniforme per smartphone e molti altri dispositivi. Come ricorda Adnkronos, i deputati hanno votato quasi all’unanimità a favore di un regolamento precedentemente trovato dai negoziatori del Parlamento e degli Stati dell’UE. In base a ciò, le nuove specifiche entreranno in vigore nel 2024. L’obiettivo dei cavi di ricarica uniformi è quello di generare meno rifiuti elettronici, meno costi per i consumatori e meno impatto ambientale. Per i computer portatili, le regole si applicheranno a partire dalla primavera del 2026. Secondo il Parlamento europeo, le nuove linee guida dovrebbero far risparmiare ai consumatori dell’UE 250 milioni di euro all’anno, perché si eviterebbero acquisti di caricabatterie non necessari.

Intelligenza Artificiale: quanto gli italiani ne parlano online?

Secondo Google Trends da novembre 2022 la popolarità di ricerche online in italiano relative all’Intelligenza artificiale è schizzata alle stelle, con 19,4 milioni di risultati in 0,34 secondi. Ansa e DataMediaHub hanno analizzato le conversazioni online su social, news online, blog e forum relative all’AI dall’11 febbraio al 12 marzo 2023. E complessivamente, sono state più di 35mila le citazioni online da parte di quasi 11mila autori unici, i cui contenuti hanno coinvolto tra like, reaction, commenti e condivisioni, poco meno di 280mila soggetti. Il volume delle conversazioni ha generato un’opportunity-to-be-seen pari a 41,7 miliardi di visualizzazioni sul tema, e la portata effettiva è stimata a 2,1 miliardi di impression, ovvero, le visualizzazioni effettive di contenuti relativi al tema dell’AI.

Il sentiment delle conversazioni è positivo

Per quanto riguarda il sentiment delle verbalizzazioni online, si tratta di conversazioni online con una connotazione in netta maggioranza positiva. La quota marginale di negatività si concentra sulla possibilità che soggetti malintenzionati usino sistemi di Intelligenza artificiale per creare immagini e testi falsi, oppure, ad altri rischi potenziali per privacy e sicurezza. 
In ogni caso, il volume delle conversazioni e il numero di soggetti coinvolti è di gran lunga inferiore a quello che emerge da altre analisi effettuate su altre tematiche: pare infatti che il tema AI sia appannaggio prevalentemente degli ‘addetti ai lavori’, mentre la maggior parte delle persone appare ancora poco coinvolta al riguardo.

Le nuove tecnologie dividono?

Come ha riportato il quotidiano Avvenire, per avere un’idea, anche se non esaustiva, di quanto e in quanti ambiti venga già usata l’Intelligenza Artificiale basta visitare il sito web Futurepedia. Si tratta di un archivio, aggiornato giornalmente, che ha già raccolto 1.239 applicazioni, divise in 50 categorie. Il tutto, con un’ulteriore divisione tra novità, popolari e verificate. L’AI è già quindi presente nelle nostre vite. Meglio quindi comprenderne vantaggi e svantaggi, e imporre regole chiare sul suo utilizzo prima di esserne sopraffatti. Anche perché, secondo un sondaggio sulle nuove tecnologie condotto da SWG a fine gennaio 2023 gli italiani appaiono divisi.

ChatGPT supera TikTok e Istagram

Stando ai dati di SWG, il 51% degli italiani è favorevole alle nuove tecnologie, il 44% è parzialmente contrario e il 5% totalmente contrario. Tra coloro che sono parzialmente contrari si arriva al 54% per chi ha un’età compresa tra 45 e 54 anni, e si sale al 55% per chi è in difficoltà economiche. Eppure, da quando è scoppiato il boom di ChatGPT, il prototipo di chatbot basato su AI e machine learning sviluppato da OpenAI, e specializzato nella conversazione con un utente umano, pare non si parli d’altro. ChatGPT, riporta Ansa, è stato infatti il servizio tecnologico che ha raggiunto più velocemente i 100 milioni di utenti in soli due mesi. Per avere un termine di paragone, TikTok per raggiungere questo traguardo ha impiegato circa nove mesi dal suo lancio globale, mentre Instagram 2 anni e mezzo.

Lavoro: quali sono i benefit aziendali che attirano più talenti?

Sono tante le imprese che si scontrano con le crescenti difficoltà nel reperimento del personale. Secondo l’ultimo Bollettino predisposto dal Sistema informativo Excelsior Unioncamere, in collaborazione con ANPAL, si tratta di una difficoltà di reperimento pari al 66% per le figure dirigenziali e del 62% per gli operai specializzati. In una situazione come questa, le aziende si ‘contendono’ i pochi talenti disponibili, impegnandosi a offrire loro il migliore tra gli ambienti lavorativi. Ma quali sono gli elementi che vengono considerati più importanti dai candidati? Quali sono i fattori più attrattivi per chi sta cercando un nuovo lavoro, o per chi, pur non avendo avviato una ricerca attiva, è aperto a nuove opportunità professionali?

Non solo retribuzione

“Non si parla unicamente dello stipendio – spiega Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati -. Anzi, esistono fattori che risultano importanti quanto e più della retribuzione, a partire, ad esempio, dall’atmosfera di lavoro, dalla flessibilità complessiva e dalla possibilità di avere un buon equilibrio tra vita lavorativa e vita privata”.
E poi ovviamente ci sono i benefit aziendali, ovvero, gli elementi sotto forma di beni o servizi che un’azienda fornisce ai propri dipendenti al di fuori del normale stipendio mensile, e che in quanto tali rientrano nel piano di welfare aziendale.

Employer branding ed employee retention

Per questo motivo, per attirare i talenti, diventa cruciale individuare i benefit aziendali più apprezzati dai lavoratori.
“In linea di massima è possibile affermare che ogni benefit, di qualsiasi natura, deve essere considerato come un elemento positivo in ottica di employer branding e di employee retention, soprattutto quando si parla dei millennials – puntualizza Carola Adami -. È da questo presupposto che bisogna partire per capire quali sono i benefit che in base al proprio budget e alle esigenze dei propri collaboratori attuali e potenziali, possono risultare più efficaci”.

Formazione e sviluppo, assistenza all’infanzia, prestazioni sanitarie

La scelta dei migliori benefit potrebbe quindi essere differente tra aziende di vario tipo o di vario settore, “in quanto ogni settore presenta le sue unicità, così come ogni azienda: il tipo di attività, l’età media dei collaboratori, la posizione geografica sono solamente alcuni fattori da prendere in considerazione – continua Adami -. Nonostante questo, le indagini fatte negli ultimi anni ci mostrano comunque che alcuni benefit aziendali in generale sono più efficaci e apprezzati, come le opportunità di formazione e di sviluppo, l’assistenza all’infanzia, le prestazioni sanitarie. Parliamo quindi, ad esempio, dei giorni di congedo ulteriori per maternità e paternità, dei bonus per asili nido e centri estivi, ma anche delle spese per i terapeuti”.

Generazioni e valori, quali sono a seconda dell’età?

I valori sono importanti nella nostra vita, ma assumono pesi differenti a seconda dei vari momenti della nostra esistenza. In ogni caso, a prescindere dalle differenze generazionali, i valori guidano anche le scelte di acquisto. Per una quota sempre più ampia di consumatori, infatti, la scelta di cosa acquistare non è più legata solamente al prezzo o al prodotto, ma dipende anche dai valori che il brand incarna e alla loro affinità con il proprio modo di vedere il mondo. La comunicazione delle aziende deve quindi tenere conto sempre di più anche dell’attualità, dei valori e dei temi della contemporaneità, anche se si tratta di topic apparentemente “distanti” dal proprio mercato di appartenenza. Poichè i consumatori hanno sensibilità diverse, è fondamentale per le aziende capire quali sono le tematiche più vicine al proprio target di riferimento. 

I valori di riferimento per la Gen Z

I dati sono contenuti nel report di Gfk “Sinottica Highlights: generazioni a confronto”. Da questo si scopre, ad esempio, che i temi “caldi” per le generazioni di italiani più giovani sono soprattutto l’inclusione e l’abbattimento delle barriere. Per la fascia 20-24 anni della GenZ valori come l’inclusione, la lotta contro il razzismo e il body shaming, la gender fluidity e le pari opportunità lavorative tra uomini e donne sono assolutamente cruciali. Inoltre, questo segmento di giovani italiani apprezza particolarmente quando brand e aziende prendono una posizione su queste tematiche.

Salute, ambiente e Made in Italy cruciali per i più grandi

La scala valoriate cambia in maniera significativa per gli italiani over 55. Per i più grandi la crisi sanitaria e climatica, nonché la tutela del made in Italy assumono sicuramente una valenza centrale. In particolare, il made in Italy è anche un importante driver di acquisto per questo target: il 72% degli over 55enni apprezza le aziende che si fanno portavoce di questo tema e in generale della valorizzazione dei prodotti Italiani.

Cambiano anche i linguaggi

A seconda dell’età, inoltre, non sono solo le tematiche più sentite a cambiare, ma anche i linguaggi più graditi in comunicazione. Ad esempio, nella fascia 14-19 anni vengono apprezzate in particolare  le pubblicità spettacolari, con degli elementi di trasgressione e che utilizzano personaggi famosi come testimonial. Di conseguenza, per una comunicazione efficace, oltre al linguaggio, devono essere utilizzati anche media e touchpoints appropriati.

Meno del 30% di italiani beve l’acqua del rubinetto 

In tema di acqua pubblica, la conoscenza e percezione degli italiani continuano a essere in contraddizione con i dati fattuali. L’Italia è il primo tra i grandi paesi europei per qualità dell’acqua: l’85% della risorsa viene prelevata da fonti sotterranee, quindi protette e di qualità, contro il 69% della Germania, il 67% della Francia o il 32% di Spagna e Regno Unito, fino al 23% della Svezia. Ma sono meno del 30%, ovvero il 29,5%, gli italiani che consumano con regolarità acqua del rubinetto, nonostante il 96,3% dichiari di adottare comportamenti sostenibili. I giovani però potrebbero invertire questa tendenza: il 60% di under 30 già beve senza problemi l’acqua degli erogatori pubblici.
A delineare lo scenario è il libro bianco 2023 Valore acqua per l’Italia, realizzato dall’osservatorio istituito dalla community creata da The European House – Ambrosetti.

Al Nord-Est ci si fida di più della qualità

Nell’area Nord-Est la ricerca segnala una maggior fiducia sulla qualità dell’acqua del rubinetto. L’87,4% degli intervistati la ritiene infatti di livello alto o medio, mentre al Sud e nelle Isole la fiducia scende di oltre 14 punti percentuali (72,8%). Quello che non convince nel Nord-Italia è soprattutto il sapore, ma al Centro e al Sud gli intervistati dichiarano di non sentirsi sicuri della qualità di quest’acqua, o non si fidano dell’igiene delle autoclavi.

Occupazione ed economia preoccupano più della siccità

Nonostante un 2022 drammatico dal punto di vista dell’emergenza siccità (quasi il 70% del campione riconosce il 2022 come anno più caldo della nostra storia), il cambiamento climatico viene percepito dagli solo come il terzo problema più grave che affligge il paese (37,4%) dopo ‘sanità’ (39,9%) e soprattutto ‘occupazione’ ed ‘economia’ (62,2%). I due terzi del campione, poi, sottostima gli impatti del cambiamento climatico sull’agricoltura. Il 72% degli italiani, inoltre, sottostima il proprio reale consumo giornaliero d’acqua, pari a 220 litri pro capite, ma al contempo 9 italiani su 10 sovrastimano la propria bolletta: l’88,4% non conosce il costo unitario dell’acqua in Italia, ritenendolo il più delle volte troppo alto.

In Italia l’acqua costa meno

L’Italia in realtà è uno dei paesi europei con la tariffa idrica più contenuta (2,10 euro/m3). Si spende meno solo in Bulgaria, Romania e Grecia, mentre in Danimarca si superano i 9 euro al metro cubo, e nella vicina Francia il costo è quasi doppio rispetto al nostro paese. Gli italiani ritengono le proprie spese legate all’acqua troppo elevate, ma oltre la metà (55%) non conosce il bonus idrico o le tariffe agevolate in vigore, così come strumenti di monitoraggio dei consumi. Inoltre, il parco contatori installato ha un’età media di 25 anni (circa 20 milioni di pezzi in totale), fattore che rende più complessa l’installazione di strumenti tecnologici per il monitoraggio e la gestione dei consumi.