Monthly Archives: Luglio 2019

Tecnologia, le difficoltà degli over 55

Nonostante il 71% degli over 55 italiani dichiari di avere ottime conoscenze informatiche, il 44% ammette di telefonare ai membri più giovani della famiglia per avere supporto informatico da remoto. Anche se più di cinque italiani su dieci, il 57% contro il 40% a livello globale, descrivono la tecnologia come qualcosa che li rende più emancipati o che li fa sentire più liberi, tra gli over 55 emerge quella che viene chiamata FOMO (Fear Of Missing Out), ovvero la paura di essere “tagliati fuori”. Ma a mettere maggiormente in crisi gli over 55 italiani nella loro relazione con la tecnologia è l’installazione di una soluzione di sicurezza informatica, la protezione del router e la rimozione di virus informatici.

“Mi potresti aggiustare Internet?”

Da un sondaggio di Kaspersky dal titolo “Mi potresti…” emerge che più di un terzo degli over 55 a livello globale, e il 29% in Italia, ha difficoltà ad affrontare le sfide tecnologiche quotidiane senza il supporto dei propri figli. Per questo motivo rivolgono ai membri più giovani della famiglia costanti richieste di aiuto, come “Mi potresti… aggiustare Internet?”, ” mi mostri come caricare un file sul cloud?”, o “potresti rendere sicura la mia app di online banking?”

Allo stesso tempo, più della metà (52%) degli intervistati a livello globale ammette di non intendersi di tecnologia. Un dato che scende significativamente per quanto riguarda i nostri connazionali. Solo due over 55 su dieci (29%) ammette di non avere dimestichezza con la tecnologia.

Il 17% corrompe i figli per ricevere il loro aiuto

Dall’indagine di Kaspersky, inoltre, un terzo (35%) degli over 55 a livello globale si trova a dover affrontare delle sfide tecnologiche quotidiane senza alcun sostegno. In Italia il dato scende al 29%. Il 44% degli italiani (41% a livello globale) interpella i propri figli o altri membri più giovani della famiglia per ricevere supporto informatico da remoto. A un sorprendente 26% dei nostri connazionali, invece, manca più il supporto tecnico dei propri figli che la loro presenza. A livello globale lo stesso dato si attesta al 18%. Con la speranza di ricevere aiuto dai membri più giovani della famiglia, il 17% degli over 55 italiani dichiara di averli addirittura “corrotti” per ricevere il loro aiuto (dato al 15% a livello globale).

“Accrescere la conoscenza per sentirsi più connessi”

Negli ultimi 12 mesi, riferisce Adnkronos, la maggior parte degli over 55 italiani ha ammesso di aver richiesto aiuto per proteggere un router, installare una soluzione di sicurezza informatica o rimuovere i virus informatici. Questo perché “Gli over 55 trovano opprimenti i progressi tecnologici e temono che questi ultimi possano essere un mezzo attraverso il quale essere raggirarti, esposti o presi di mira – spiega Kathleen Saxton, fondatrice di Psyched Global e psicoterapeuta -. Accrescere la propria conoscenza però può aiutare a subire un po’ meno la crisi esistenziale, e a sentirsi un po’ più connessi al nostro Bill Gates interiore”.

Risorse Umane, come cambia la figura del recruiter: servono skills digitali e di marketing

Risorse umane, si cambia prospettiva e modalità di azione. Già, perché sono sempre di più i candidati che scelgono le aziende e non viceversa. Il dato emerge da un’indagine condotta da R-Everse, azienda italiana di ricerca e selezione del personale, presso un campione di aziende composto da 50 realtà di medie e grandi dimensioni. Il report parla di un vero e proprio stravolgimento nel settore del recruiting: oggi chi ricopre il ruolo di responsabile delle Risorse Umane (HR) deve possedere necessariamente ulteriori competenze, a partire da quelle di marketing. Infatti, è sempre più frequente dover adottare delle strategie di marketing per attirare il candidato. A iniziare dalla job description, fino al piano di comunicazione sui vari canali attraverso i quali inviare il messaggio: social media, sito internet, testate giornalistiche, etc. Ogni messaggio va studiato secondo la tipologia di canale usato, va pianificato e programmato secondo un progetto di comunicazione ben strutturato. Sono lontani, insomma, i tempi in cui bastava un annuncio e attendere le risposte dei potenziali candidati.

Il ruolo strategico della brand awareness nell’attrarre talenti

Le persone in cerca di lavoro hanno maggiori probabilità di candidarsi in aziende con una presenza online coinvolgente e attiva rispetto a quelle con una presenza online stantia o inesistente. “Un marchio aziendale ha molte caratteristiche umane: una personalità, un’identità, un modo di comunicare e comportarsi. E come i clienti oggi non comprano un prodotto ma la storia sottostante, l’esperienza che quel prodotto porta con sè, così le persone in cerca di lavoro vogliono qualcosa con cui potersi relazionare e di cui ​desiderare di far parte​” spiega il commento all’indagine. “I dipendenti non dovranno essere nominati brand ambassador. I dipendenti si sentiranno brand ambassador” ha detto Marco Russomando, HR Director di iIlimity, la start-up bancaria specializzata nel supporto alle PMI, coinvolta nel report.  Anche l’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano conferma il trend con le sue ricerche: l’ambito su cui le aziende italiane stanno investendo di più è quello dell’Employer Branding (in crescita per il 45% delle organizzazioni coinvolte nella ricerca), insieme alle iniziative digitali per la formazione e sviluppo (58%).

Le aziende cercano profili professionali qualificati

Il Rapporto Excelsior 2018 di Unioncamere e Anpal rileva un aumento del fabbisogno di dirigenti, specialisti e tecnici, che raggiunge il 19% del totale delle entrate: per le imprese, quasi 6 su 10, è difficile trovare professioni come analisti e progettisti di software, agenti assicurativi, elettrotecnici. Il rapporto evidenzia il gap tra la domanda di lavoro espressa dalle imprese dell’industria e dei servizi e l’offerta presente sul mercato. Un disallineamento che nel 2018 ha riguardato il 26% degli oltre 4,5 milioni di contratti di lavoro che il sistema produttivo aveva intenzione di stipulare, 5 punti percentuali in più del 2017.