Cybersecurity: perchè il settore finanziario italiano è ad alto rischio? 

Il settore finanziario italiano è al centro di un processo di digitalizzazione avanzata che permette di ottimizzare, semplificare, accelerare e rendere più agili le attività aziendali. Ma oggi il 67% dei decision maker IT di questo settore considera ‘alto’ il rischio di un attacco informatico. Secondo la ricerca di Kaspersky dal titolo Sicurezza IT: focus sul settore finanziario in Italia, il 93% dei decision maker IT afferma inoltre che la propria organizzazione ha subito uno o più cyberattacchi o problemi di cybersecurity durante la pandemia. Per il 60% si è trattato di attacchi ransomware e spyware, ma i dati mostrano una particolare diffusione anche di phishing e malware (58%).

Tra le organizzazioni più grandi prevale un senso di sicurezza 

Nonostante l’elevato numero di minacce, l’84% dei decision maker IT pensa che la propria azienda disponga di tutti gli strumenti necessari per contrastare un attacco informatico, percentuali quasi identiche se si prendono in considerazione personale IT (87%) e dirigenti (85%). Questo senso di sicurezza viene percepito soprattutto dalla maggior parte delle aziende che contano oltre 1.000 dipendenti (86%). Secondo quanto dichiarato dagli intervistati queste realtà sono le più protette dalle minacce informatiche, e le più inclini ad affidarsi a un Disaster Recovery Plan (95%).

Quali sono le sfide maggiori per le imprese?

Più di nove intervistati su dieci (91%) hanno dichiarato di avere Disaster Recovery Plan / Business Continuity Plan regolarmente testati, percentuale che scende all’83% tra le organizzazioni più piccole (50-999 dipendenti). Il 26% sostiene però che manchino le competenze interne adeguate, dato che sale al 39% tra le piccole-medie imprese (250-999 dipendenti). Secondo un responsabile IT di una grande azienda con oltre 5.000 dipendenti la sfida maggiore è “poter fare affidamento su una strategia informatica pronta e reattiva”, mentre per un dirigente di un’azienda delle stesse dimensioni sono gli “attacchi malware, perché sempre più sofisticati e invasivi”. E per il responsabile IT di una realtà con meno di 5.000 dipendenti la sfida è “avere competenze a sufficienza per fronteggiare questi problemi”.

Si temono perdite finanziarie, frodi e contenziosi normativi

Le società bancarie e finanziarie, indipendentemente dalla dimensione, temono soprattutto perdite finanziarie ingenti per azienda e clienti (44%), o la frode, la manipolazione e l’uso improprio dei servizi (40%). L’impatto economico di multe o contenziosi normativi si colloca al terzo posto (32%). Il 57% degli intervistati concorda sul fatto che il crescente onere normativo possa aumentare il rischio di non conformità, con una percentuale leggermente superiore tra chi opera nel settore IT (62%) o nelle organizzazioni sotto i 1.000 dipendenti (61%). La preoccupazione maggiore per le istituzioni finanziarie con oltre 1.000 dipendenti è, invece, registrare perdite economiche considerevoli a causa di transazioni false (47%). Percentuale che si riduce al 39% tra le aziende più piccole (50-999 dipendenti), che temono anche di subire danni all’immagine per un’insufficiente conformità alla sicurezza delle informazioni.

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