Come riconoscere un ambiente di lavoro tossico, e come difendersi

Spesso l’ambiente di lavoro è causa di un livello di stress tale da generare un impatto negativo su sé stessi e le persone che stanno intorno. L’ambiente di lavoro dovrebbe invece essere libero dal pregiudizio, dai giudizi e aperto alla crescita personale e professionale, e favorire produttività, serenità e maggiore creatività dei dipendenti.

In pratica, lavorare in un ambiente sano soddisfa il concetto di sicurezza psicologica che tutti vogliamo appagare.
Quando viene a mancare una sicurezza del genere, si parla di ambiente di lavoro tossico.
Ma come riconoscere un ambiente di lavoro tossico? Jobiri ha individuato alcuni segnali a cui prestare attenzione, nonché le azioni giuste per disinnescare una situazione negativa sul luogo di lavoro.

I 10 segnali della negatività

Mancanza di supporto, eccessivo carico di lavoro, elevato turnover del personale, leadership inadeguata e inefficiente, mancanza di equità, mobbing e atteggiamenti negativi, scarse opportunità di crescita, mancanza di comunicazione, disturbi di insonnia e stress eccessivo, conflitto con l’etica e i valori personali, e mancanza di fiducia tra e verso i dipendenti sono i 10 segnali individuati da Jobiri.
In particolare, la mancanza di fiducia tra e verso i dipendenti è un segnale evidente della presenza di un ambiente di lavoro tossico. Se c’è competizione, invidia, e in generale stati d’animo negativi, non ci potrà mai essere collaborazione, e fiducia nei confronti delle capacità e della professionalità degli altri. Lo stesso vale per il datore di lavoro che non si fida dei suoi collaboratori.

Comunicare sempre in modo aperto e rispettoso

Per affrontare un ambiente di lavoro negativo è anzitutto necessario parlare con i colleghi e il datore di lavoro in modo aperto e rispettoso.
Comunicare, secondo Jobiri, significa essenzialmente tentare di correggere i comportamenti negativi che stanno generando questa situazione.
Provare a restare in un ambiente lavorativo tossico non significa, infatti, accettare passivamente atteggiamenti deleteri, ma tentare piuttosto, nel proprio piccolo, di mettere in atto una serie di azioni positive.

Ad esempio, disinnescare i pettegolezzi, comunicare sempre con i colleghi e far notare loro quando pronunciano parole offensive o poco corrette, ascoltare e dare loro conforto, discutere con il capo riguardo esigenze e obiettivi senza timore.
Se necessario, far presente alle risorse umane la mancanza di politiche inclusive all’interno dell’organizzazione.

Il lavoro perfetto non esiste

Se anche dopo aver messo in pratica gran parte delle azioni consigliate la situazione non cambia né migliora, l’unica opzione da prendere in considerazione è quella di esplorare nuove opportunità di lavoro.

Ma, attenzione: trovare il lavoro perfetto non è sempre facile, e porta sempre con sé la paura della novità e del cambiamento.
Essere disposti a valutare compromessi, mettendo sul piatto della bilancia i pro e i contro è sicuramente il primo passo per prendere una decisione consapevole e serena.

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