Nel 2020 23 milioni di italiani hanno comprato o venduto oggetti usati

La Second Hand Economy rappresenta una leva strategica per incidere positivamente sul futuro, tanto che nel 2020 ha generato un valore di 23 miliardi di euro, pari all’1,4% del PIL italiano. Guidata principalmente dall’online, che pesa 10,8 miliardi euro, il 46% del totale, questa forma di economia circolare sta assumendo un ruolo sempre più rilevante nel nostro mercato, anche in conseguenza dell’emergenza Covid-19. Nel 2020 sono stati infatti 23 milioni gli italiani che si sono affidati alla second hand, il 14% per la prima volta, e che hanno portato la compravendita dell’usato a salire al terzo posto tra i comportamenti sostenibili più diffusi. La conferma arriva dalla settima edizione dell’Osservatorio Second Hand Economy, condotto da BVA Doxa per Subito.it.

Cosa si compra e vende online?

Tra chi nel 2020 ha acquistato o venduto oggetti usati, il 63% l’ha fatto online, Le categorie più acquistate? Principalmente Casa & Persona (67%), Sport & Hobby (61%), Elettronica (55%) e Veicoli (33%), e tra i prodotti, Libri e riviste (30%), Arredamento e Casalinghi (29%) e Informatica (27%). Per quanto riguarda la vendita, gli italiani vendono principalmente oggetti di Casa & Persona (63%), Elettronica (47%), Sport & Hobby (46%) e Veicoli (22%). Tra le categorie di prodotti più venduti online, arredamento e casalinghi (29%), Abbigliamento e accessori (28%), e Telefonia (21%).

Dare valore alle cose

Comprare o vendere prodotti usati si conferma tra i comportamenti sostenibili più diffusi degli italiani (54%), aggiudicandosi il terzo posto, che fino al 2019 era occupato dall’acquisto di prodotti a km 0 (50%). Il 70% poi compra o vende più di 2 volte l’anno, e cresce anche il numero di oggetti scambiati. Ma a crescere è anche la vita media degli oggetti: per il 62% il bene acquistato verrà collezionato, oppure cessato il suo utilizzo verrà donato o rivenduto, allontanando così la sua dismissione in discarica. L’economia dell’usato è quindi sempre più un modo per dare valore alle cose (50%), soprattutto per i Millennials (59%). È inoltre una scelta sostenibile (48%), ma anche intelligente e attuale (42%).

Nuove motivazioni guidano la scelta

Tra chi acquista scende la percentuale di chi fa second hand per risparmiare (50% vs 59% nel 2019), mentre in crescita rispetto all’anno precedente la volontà di contribuire all’abbattimento degli sprechi (47%), o chi lo considera un modo intelligente di fare economia (44%). Entra in gioco anche la motivazione legata alle mutate esigenze manifestate a seguito dell’emergenza da Covid-19, come la scoperta di cosa può servire o di cosa si può fare a meno (13%). Tra le ragioni che spingono alla vendita, il primo driver resta sempre la necessità di liberarsi del superfluo (73%), il 39% vende perché è contro gli sprechi e il 34% per guadagnare. Emergono poi nuove motivazioni nate nel corso del 2020, come l’adattamento degli spazi di casa a DAD e/o smart working (13%), assecondare esigenze appena nate (12%), ma anche un peggioramento della situazione economica (11%).

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