L’effetto boomerang della pubblicità intrusiva

Il mercato della pubblicità in Italia ha fatto registrare nel 2016 un incremento degli investimenti che, secondo i dati Nielsen, è del +1,7% sul 2015. Guardando ai singoli medium, stupisce l’incremento degli investimenti pubblicitari al Cinema (+6,9%) e in Televisione (+5,4%), mentre secondo la fonte FCP – Assointernet, sul web gli investimenti sono calati del -2,3%, anche se tale valore esclude il search e i social.

Tra le ragione della contrazione degli investimenti sul web, una qualità di formati pubblicitari non sempre all’altezza della reputazione degli investitori, imprese private o enti pubblici che siano. Il dito è puntato soprattutto sulla pubblicità intrusiva che, seguendo una strategia push dettata dall’infrastruttura tecnologica, ma anche da agenzie pubblicitarie e di web marketing poco attente, è incentrata sull’interstitial advertising. L’effetto è abbastanza comune, e sarà capitato anche a te lettore: stai seguendo il tuo normale percorso di navigazione, quando senti provenire un audio indesiderato da una finestra apertasi in una pagina, e mentre cerchi di silenziare il fastidioso motivo, ecco un altro pop up da chiudere, solo che non riesci ha trovare il pulsante X, mimetizzato strategicamente tra accattivanti cromie e forme grafiche.

Questi pop up e video in autoplay costituiscono delle formule pubblicitaria davvero intrusive, che rallentano la navigazione dell’utente – specie se egli sta utilizzando uno smartphone -, spazientendolo. I grandi motori di ricerca stanno già correndo ai ripari lanciando i cosiddetti advertising blocker. Lo ha fatto Google, che ha introdotto un algoritmo volto a penalizzare il posizionamento di siti web che fanno intenso uso di pubblicità interstiziale. E sta seguendo l’esempio anche Safari, con un advertising blocker in grado di bloccare i video che partono automaticamente e senza il placet dell’utente.

Tuttavia la questione riguarda anche il ruolo delle web agency, e quello della pubblicità intrusiva è il classico effetto boomerang che può colpire investitori poco attenti. Per un’impresa che intende investire in pubblicità, costruire un rapporto improntato alla fiducia con la propria web agency, vuol dire anche potersi affidare a professionisti che nella miniera di nuovi formati della pubblicità digitale, proponga e sappia scegliere quelli più efficaci. E l’efficacia non sta certo, o solo, nella pervasività dei messaggi pubblicitari, ma soprattutto nel loro contenuto, che non deve mai perdere di vista l’utente, le sue abitudini di navigazione e il reale contesto nel quale fruisce il flusso delle informazioni. Tenendo a mente ciò, una web agency intelligente saprà proporre i contenuti pubblicitari nei formati più accattivanti, interessando l’utente e salvaguardando l’immagine dell’inserzionista.

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