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Waste Watcher, la dieta mediterranea antispreco seguita da 6 italiani su 10

Il 16 novembre scorso la dieta mediterranea è stata iscritta nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’Unesco. Si tratta di un riconoscimento a un regime alimentare che per il 64% degli italiani si rivela un prezioso alleato, oltre che della salute, anche nella prevenzione e nella riduzione dello spreco alimentare. E i dati dell’Osservatorio Waste Watcher 2019 di Last Minute Market/Swg poi lo dimostrano: la dieta mediterranea si conferma saldamente patrimonio nazionale. Tanto che 1 italiano su 3, il 33%, dichiara di praticarla nel quotidiano, e 1 italiano su 2, il 52%, la pratica almeno “parzialmente”. In totale, si tratta di un 85% di cittadini che sanno cosa significhi mangiare mediterraneo e improntano, del tutto o in parte, l’alimentazione ai parametri di questa dieta.

Il riconoscimento Unesco di Patrimonio Immateriale dell’Umanità

Ma cosa si intende, esattamente, per dieta mediterranea? “La complessità di sfumature e significati esplicitati dall’Unesco in relazione alla dieta mediterranea sembrano accessibili agli italiani – osserva l’agroeconomista Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market e della campagna Spreco Zero -. Se 1 italiano su 2 (53%) la definisce un ‘regime alimentare’, il 41% riconosce molteplici valenze come le ‘tradizioni alimentari legate ai popoli mediterranei che si affacciano sul Mediterraneo’ (19%), uno stile di vita che include la convivialità e l’attività fisica (17%), un insieme di valori insiti nel riconoscimento Unesco di Patrimonio Immateriale dell’Umanità (5%)”.

Il 39% dei cittadini ha aumentato il consumo di verdura e legumi

“Aspetto decisamente rilevante per il monitoraggio sull’evoluzione delle abitudini alimentari degli italiani – commenta Segrè – è quello legato alle scelte nutrizionali: i dati Waste Watcher evidenziano che 1 italiano su 3 (29%) ha ridotto il consumo di carne, mentre il 39% dei cittadini ha aumentato il consumo di verdura e legumi o abbracciato le regole del regime nutrizionale mediterraneo”.

“Il modello agro-nutrizionale mediterraneo ha un impatto ambientale assai ridotto”

Ma la dieta mediterranea si dimostra anche un prezioso alleato nella prevenzione e nella riduzione dello spreco alimentare secondo il 64% degli italiani, mentre aiuta a ridurre del tutto gli sprechi per il 26%, e secondo il 38% dei cittadini lo riduce parzialmente, riporta Adnkronos.

“Del resto – aggiunge Segrè – i nostri studi dimostrano che il modello agro-nutrizionale mediterraneo ha un impatto ambientale assai ridotto: il consumo di acqua è pari a 1.700 metri cubi pro capite rispetto ai 2.700 del modello anglosassone, il che dimostra la sostenibilità della dieta mediterranea, sia dal punto vista della produzione che del consumo”.