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Il vino italiano piace nel mondo: export a +7%

Brindiamo. Il vino italiano piace nel mondo e quest’anno le esportazioni hanno segnato un record: +7% in valore. Se il trend rimarrà uguale durante il corso del 2017, per la prima volta le esportazioni del vino Made in Italy raggiungeranno i 6 miliardi di euro, la prima voce dell’export agroalimentare nazionale. Lo rivela un’analisi della Coldiretti sulla proiezione dei dati Istat relativi ai primi otto mesi dell’anno.

Vendemmia scarsa, ma vendite alte

La vendemmia appena conclusa si classifica tra le più precoci e scarse del dopoguerra con un taglio della produzione del 26% rispetto allo scorso anno, precisa però la Coldiretti. Una scarsità che si traduce in una bottiglia in meno su quattro. Tuttavia l’Italia si conferma il primo produttore, davanti alla Francia, “con circa 40 milioni di ettolitri destinati – precisa la Coldiretti – per oltre il 40 per cento ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola”.

Stati Uniti primo cliente

Sempre in base ai dati della Coldiretti, gli Usa si confermano il primo cliente con un aumento in valore del 6%, seguiti da Germania con il +3% e il Regno Unito che, alla faccia della Brexit, segna un +8%. In termini di aumento percentuale la migliore performance con un +47% è quella della Russia, dove il vino è uno dei pochi prodotti agroalimentari Made in Italy non colpiti dall’embargo. Segnali positivi anche dalla Cina, con +25%.

La migliore performance? Quella delle bollicine

Sono soprattutto le bollicine a sostenere la crescita del vino italiano. Come spiega Coldiretti, le bollicine segnano un aumento delle vendite all’estero del 15% e, se l’andamento rimarrà costante, raggiungeranno a fine 2017 il record di esportazioni all’estero.

Gli italiani tornano a consumare vino italiano

Un altro aspetto interessante della ricerca è che gli italiani hanno riscoperto il vino. Gli acquisti delle famiglie sono infatti in salita, grazie soprattutto ai vini Doc (+5%), alle Igt (+4%) e agli spumanti (+6%). Complessivamente, sulle tavole domestiche si registra un incremento del consumo del 3%: una crescita che non è solo di quantità, ma anche di qualità.

Il futuro? Risiede nella istintività

“Il futuro del Made in Italy dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività che è stata la chiave del successo nel settore del vino dove ha trovato la massima esaltazione la valorizzazione delle specificità territoriali che rappresentano la vera ricchezza del Paese” dichiara Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti.

Auto 4.0, arriva il social network per le macchine intelligenti

Le macchine di un futuro vicinissimo saranno in grado di “parlare” tra di loro, condividendo informazioni, dati raccolti sulla strada, notizie sul traffico. Insomma, in estrema sintesi le vetture 4.0 avranno il loro social network, capace di mettere a disposizione un’infinità di indicazioni riferite alla guida. Il progetto parte dal presupposto, come riportano le agenzie di stampa, che “quattro occhi vedono meglio di due”. In sostanza, le macchine intelligenti saranno dotate di appositi sensori che, attraverso un sistema wi-fi, sapranno condividere ed elaborare i dati raccolti per guidare in sicurezza.

Macchine “parlanti”

Nascerà quindi un vero e proprio social network dedicato alle quattro ruote. Si tratta di una tecnologia derivata dall’Internet delle cose, destinata a prevenire i rischi durante la guida. Il progetto ha visto la luce in Svizzera, al Politecnico Federale di Losanna (Epfl), e in futuro potrà facilitare manovre ad alto rischio di incidenti come i sorpassi, permettendo all’auto che supera di vedere anche ciò che sta fuori dal suo campo visivo grazie alla cooperazione dei sensori del veicolo davanti. Oltre a rendere la guida più sicura, il social network delle auto potrebbe ottimizzare la traiettoria dei veicoli, riducendo i consumi e migliorando i flussi del traffico.

Sperimentazione già avviata sulle auto elettriche

Questo nuovo sistema è già stato sottoposto a una prima fase di sperimentazione, superata con successo. E’ stato infatti installato su delle normali auto elettriche, che i ricercatori hanno equipaggiato con una videocamera Mobileye (capace di calcolare il rischio di collisione), un sistema di localizzazione, un router per le comunicazioni wi-fi, un computer per far girare il software con gli algoritmi per la ‘percezione cooperativa’ e una batteria.

La parola ai ricercatori

“Queste non erano auto a guida autonoma, ma le abbiamo rese comunque intelligenti usando degli strumenti standard già disponibili sul mercato”, ha dichiarato all’Ansa Alcherio Martinoli, responsabile del Laboratorio di algoritmi e sistemi per l’intelligenza distribuita (Disal). Nonostante i successi, però, alcune criticità permangono: ad esempio i ricercatori  hanno riscontrato particolari difficoltà a integrare i dati provenienti dai due veicoli tenendo conto della loro posizione relativa nello spazio: questo per evitare un pericoloso ‘sdoppiamento’ della vista, con le auto che interpretano il passaggio dello stesso pedone come se in realtà ce ne fossero due.

I problemi ancora da risolvere

Nonostante l’ottima riuscita della fase dei test, ci sono diverse questioni da risolvere anche a livello legislativo: prima fra tutte l’attribuzione di responsabilità nel caso si verificasse un incidente.